La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
pròdigo suolo ha gareggiato coi desiderii e li ha vinti. Certo il pane, ecco una fame di più elevati bisogni. Gènerano, gli strumenti, nuovi strumenti
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
sogni, ecco innalzàrsegli nella fantasìa, la casa tanto desiderata - una casetta gentile, di cui, glìcini e rose le pareti, rondinelle e colombi
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
trattenersi di offrirgli, con espansione, la destra. Ma il Letterato càddegli innanzi a' ginocchi: - Morte! - egli disse - ecco quanto ci spetta. Una
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Luiso il Tremila, e tu anche, o Raccagna ... Chi ne può troppe contare, ne ha ben poche da fare. - Ma ecco due allampate figure, cui non mancava se non
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, cessata la voce, ecco tornargli, da ogni banda, la rabbia, come il mar rifluente che anela riassoggettarsi la spiaggia. - Che hai fatto? - ei gridò
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da lui per chièder solo di lui. Ma, sulla porta, ecco il fratello, che mi contende l'entrata, e mi dice - (e quì il Nebbioso chinò turbatìssimo il capo
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che guarda. E laggiù, ecco un lume apparire e sparire - una - due - trè volte. Tutto va bene. Dice quel lume, che Nicola il Dragone riuscì
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ecco, due femminili forme venire correndo verso di loro, svolazzanti le gonne, seguìte da un grosso cane al galoppo. Era Tecla, la prima. - Gualdo
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, anch'elle, specchiare, non ci sarèbber più specchi. Ed ecco, da lungi, apparir Forestina. Reggèa due grossi pani sul capo, e cantava, giojosa, di
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la scure, e quà si riàlzano nudi; ecco, in brev'ora, un gran tetto, e sotto al tetto, accatastata ogni roba. E, intanto, si ripigliàvano i fuggiti buòi